Questo il vero inno della GMG 2011, che per una settimana si sentiva rimbombare tra le strade di Madrid. Eccola la gioventù del Papa, giovani pronti a gridare a gran voce la propria fede, la voglia di seguire il Signore, da tutte le parti del Mondo, radicati in Cristo, saldi nella fede!
La mia prima GMG è stata una esperienza a dir poco “sconvolgente”, ancora dopo qualche giorno dal mio rientro trovo qualche difficoltà a riordinare i pensieri, i flashback, le sensazioni da pelle d'oca, per tradurre tutto in parole!
Le paure prima della partenza quasi oscuravano il classico entusiasmo da viaggio, ma ora, ripensandoci, sembrano solo delle banalità in confronto all'ondata di emozioni che mi ha investito per una settimana.
La mia prima GMG è stata una esperienza a dir poco “sconvolgente”, ancora dopo qualche giorno dal mio rientro trovo qualche difficoltà a riordinare i pensieri, i flashback, le sensazioni da pelle d'oca, per tradurre tutto in parole!
Le paure prima della partenza quasi oscuravano il classico entusiasmo da viaggio, ma ora, ripensandoci, sembrano solo delle banalità in confronto all'ondata di emozioni che mi ha investito per una settimana.
L'avventura è iniziata il 14 agosto assieme ai miei 4 compagni di viaggio, catapultati dalla tranquilla e soleggiata parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Oristano, alla torrida, affollata e frenetica Madrid!
Ci siamo uniti il giorno successivo al Movimento Giovanile dei Figli di Santa Maria Immacolata, andando così a formare un gruppo di ben 60 persone provenienti da Fiumicino, Torino, Cagliari, Cile e Argentina, tutte pronte a mettersi in marcia sia fisicamente che spiritualmente verso Cristo!
“Gonfia il materassino”, “sistema il sacco a pelo”, “sposta la valigia”, “ehi dov'è finito il mio cuscino??”, “prendi la chitarra che cantiamo un pò” ,“oh no sta russando!!”, “ragazzi alle 8 meno un quarto domani super puntuali per le lodi eh, non voglio svegliare nessuno”.
Queste le tante e tante altre frasi che porterò nel cuore, insieme sicuramente alle catechesi mattutine con tanti altri giovani italiani, all'arrivo del Papa in Plaza De Cibeles e noi sul prato circondati da visi americani, tedeschi, cinesi, francesi, brasiliani, argentini, provenienti da tutto il mondo, che a gran voce, con il linguaggio universale che Dio ci ha insegnato, pregavamo, cantavamo, urlavamo!
Tutto questo voglio portare nel mio cuore per sempre: gli occhi di Paolo preso in spalla, che agita le braccia e mi guarda cantando e ridendo anche lui; le melodie delle chitarre al centro del cerchio che danno il ritmo ad una danza senza tempo, senza frontiere, senza differenze; le mani di mille colori al cielo come l'arcobaleno da un orizzonte all'altro e soprattutto i momenti di preghiera, di spiritualità, di dialogo con Dio; la via Crucis!
Ma l'istante che probabilmente rimarrà impresso, come se fossi stata marchiata a fuoco, è sicuramente la tempesta della notte della veglia a Cuatro Vientos. Per qualcuno probabilmente è un evento senza significato e invece per me è stato come un lampo a ciel sereno...anche se in effetti il cielo era nerissimo! Beh, ragazzi..vedere lampi e tuoni all'orizzonte, uno spettacolo terrificante, soprattutto per una paurosa come me, ma i miei compagni sono stati formidabili e non solo loro! Aperti gli occhi, che ovviamente tenevo chiusi stando al riparo sotto il telo, lo scenario era diverso da come lo avessi potuto immaginare! Giovani, giovani e giovani che continuavano a ballare e cantare, anche se zuppi d'acqua, inni a Cristo! La loro fede era palpabile, il Signore era lì in mezzo a noi e io lo sentivo! Questa è la vera chiesa in cui noi tutti crediamo e che vogliamo testimoniare a gran voce spinti con forza dal grande amore per Cristo!
Un grazie speciale a tutti i miei compagni pellegrini che hanno, senza paura, manifestato la loro conoscenza e amore per il Signore, facendomi capire che non esiste alcun timore nel diventare “suoi apostoli nel ventunesimo secolo e messaggeri della sua gioia”.
Simona Pes
Pubblicato il 29 Agosto 2011